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Diego Del Pozzo

 

Scheda del docente

Diego Del Pozzo è giornalista e storico del cinema e degli audiovisivi. È professore di prima fascia a tempo indeterminato nel settore artistico-disciplinare ABPC67 – Metodologie e tecniche della comunicazione presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli, dove insegna Teoria e analisi del cinema e dell'audiovisivo, Metodi e tecniche delle produzioni seriali, Storia della televisione e dello spettacolo televisivo, Comunicazione pubblicitaria. È membro del Collegio dottorale del Dottorato di Interesse Nazionale in Visual Arts, Performing Arts, New Media, New Technologies, Music and Cultural Heritage - Curriculum in Film, Audiovisual Arts, Sound and Media Studies (XL Ciclo - I Ciclo AFAM). Ha insegnato anche Generi e forme dell'audiovisivo presso l’Università degli studi di Napoli “Federico II” e Storia del cinema e del video, Scrittura creativa e narrazione per immagini, Sistemi editoriali per l'arte presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Laureato in Scienze politiche (Indirizzo Storico-politico) con tesi di laurea in Storia del cinema all’Istituto Universitario Orientale di Napoli (oggi Università degli studi di Napoli “L’Orientale”), ha collaborato negli anni con le cattedre di Storia e critica del cinema (prof. Mino Argentieri) e di Storia delle comunicazioni di massa (prof. Valerio Caprara) della stessa Orientale e dell’Università “Federico II” di Napoli (prof. Pasquale Iaccio), svolgendo in entrambi gli Atenei attività di ricerca su cinema, televisione e comunicazione audiovisiva.

È autore di una tra le prime monografie in lingua italiana dedicate al fenomeno della serialità televisiva statunitense, Ai confini della realtà – Cinquant’anni di telefilm americani (Lindau, 2002); e della monografia Marvel Cinematic Universe. Dal fumetto agli audiovisivi digitali: i film di supereroi tra convergenza mediale e nuova serialità (CentoAutori, 2021). Inoltre, è autore dei testi del libro fotografico Scenari – Dieci anni di cinema in Campania (Dante & Descartes / Film Commission Regione Campania, 2006). Ha curato (assieme a Vincenzo Esposito) i volumi Rock Around the Screen. Storie di cinema e musica pop (Liguori, 2009) e Il cinema secondo Springsteen (Mephite-Cinemasud, 2012). Ha pubblicato numerosi saggi scientifici e divulgativi in volumi collettivi, cataloghi di festival, dizionari tematici e riviste specializzate come “Cinemasessanta”, “Quaderni di Cinemasud”, “Fata Morgana”, “Quaderni del CSCI”, “Lo Straniero”, “Quaderni di Cinema”, “Sentieri selvaggi”, “Linus”, “Zeusi”. Ha collaborato con l’Istituto della Enciclopedia Italiana per l’Enciclopedia del Cinema Treccani diretta da Enzo Siciliano. Fa parte del comitato scientifico della collana Crocevia di Graphot Editrice e del comitato editoriale della rivista scientifica “Quaderni di Cinemasud”. È autore dei libri di cultura sportiva Valdano. Il calcio come sogno (2024) e Larry Bird. Chi arriva secondo? (2025) pubblicati da Garrincha Edizioni. Scrive di cinema, audiovisivi e fumetti nelle pagine di Cultura e Spettacoli del quotidiano “Il Mattino”.

Per oltre dieci anni ha curato i cataloghi dell’Italian Film Festival di Stoccolma (organizzato dalla FICC – Federazione Italiana dei Circoli del Cinema) e con lo stesso festival ha collaborato dal 1999 al 2015 anche nei ruoli di responsabile dell’ufficio stampa italiano e di curatore di alcune sezioni. È stato responsabile dell’ufficio stampa e comunicazione presso festival cinematografici internazionali (come Il Vento del Cinema, diretto da Enrico Ghezzi), rassegne culturali nazionali (come la prima edizione del COMICON di Napoli o il Premio Strega a Benevento) ed enti pubblici (Assessorato al Turismo, Spettacolo e Cultura della Regione Campania; Presidenza della Provincia di Napoli; Ente Provinciale per il Turismo di Napoli; Azienda Soggiorno e Turismo di Napoli). È ideatore e curatore delle rassegne La storia del cinema al cinema, Nel nome di Stan Lee e I giovedì dei libri.

Ambiti di ricerca

Tra i suoi ambiti di ricerca, quello più consistente, pluriennale e ancora in corso, riguarda la serialità televisiva statunitense, studiata fin dalla prima metà degli anni Novanta con un approccio teorico derivante dai Cultural Studies, che hanno avuto proprio nell’Orientale di Napoli uno tra i punti di riferimento accademici in Italia. Tali ricerche sono confluite, nel 2002, nella monografia Ai confini della realtà. Cinquant’anni di telefilm americani, edita da Lindau e arricchita da una prefazione di Franco La Polla. La monografia ha avuto all’epoca una forte influenza sugli studi italiani riguardanti la serialità americana; è stata adottata come testo d’esame nell’ambito di numerosi corsi universitari italiani e recensita positivamente sui media di settore e generalisti. Nel corso degli anni, le ricerche sulla serialità televisiva statunitense hanno prodotto anche numerosi saggi e articoli in riviste e volumi collettivi.

Le ricerche teoriche sulla serialità televisiva statunitense s’intrecciano con quelle sulla comunicazione pubblicitaria e crossmediale, sul cinema di animazione e sui fumetti, sui nuovi media e sul rinnovamento dei generi e delle forme dell’audiovisivo in epoca digitale, con particolare attenzione alle reciproche influenze linguistiche tra cinema 2.0 e videogames, alle narrazioni transmediali e immersive, ai mutamenti dell’industria dell’entertainment, all’evoluzione delle serie tv di nuova generazione. Tali ricerche hanno prodotto negli anni numerosi saggi in riviste e volumi collettivi e sono confluite nella monografia Marvel Cinematic Universe. Dal fumetto agli audiovisivi digitali: i film di supereroi tra convergenza mediale e nuova serialità (CentoAutori, 2021; prefazione di Gino Frezza).

Ulteriori filoni di ricerca sono quelli dedicati al macrogenere fantastico sia al cinema che in televisione (esplorato attraverso numerosi saggi, soprattutto sulle riviste scientifiche Cinemasessanta e Quaderni di Cinemasud) e ai rapporti tra cinema, musica rock e immaginario collettivo statunitense, alla base di una serie di saggi teorici per rivista e di due libri, curati assieme a Vincenzo Esposito: Il cinema secondo Springsteen, Mephite-Cinemasud, 2012; e Rock Around the Screen. Storie di cinema e musica pop, Liguori, 2010 (entrambi adottati come testi d’esame in alcune Università italiane e recensiti positivamente su numerose testate specializzate e generaliste nazionali).


Durante l'anno accademico 2024-2025 insegna le seguenti materie:

1) Teoria e analisi del cinema e dell'audiovisivo (60 ore, 8 cfa - Triennio di Cinema e audiovisivo - Codice per Microsoft Teams: xrh8qxu)
Primo semestre: lezioni il mercoledì dalle ore 10.00 alle ore 14.00 presso il multicinema Modernissimo (sala 1).

2) Metodi e tecniche delle produzioni seriali (60 ore, 8 cfa - Biennio di Cinema - Codice per Microsoft Teams: dlxyts5)
Primo semestre: lezioni il venerdì dalle ore 10.00 alle ore 14.00 presso il multicinema Modernissimo (sala 4).

3) Storia della televisione e dello spettacolo televisivo (45 ore, 6 cfa - Biennio di Cinema / Indirizzo: Televisione - Codice per Microsoft Teams: utzdbtn)
Primo semestre: lezioni il giovedì dalle ore 10.00 alle ore 14.00 presso il multicinema Modernissimo (sala 4).

4) Comunicazione pubblicitaria (100 ore, 8 cfa - Biennio di Design della comunicazione / Indirizzo: Comunicazione pubblica e d'impresa - Codice per Microsoft Teams: ulrflgc)
Secondo semestre: lezioni il martedì dalle ore 14.00 alle ore 18.30 nell'aula F1 della sede Foqus e il giovedì dalle ore 9.00 alle ore 13.30 nell'aula G2 della sede Foqus.


Programmi dei corsi - Anno accademico 2024-2025:

Teoria e analisi del cinema e dell'audiovisivo (primo semestre)
Il corso di quest’anno è interamente dedicato al cinema americano degli anni Settanta e Ottanta, quello realizzato negli Stati Uniti tra il 1967 e il 1989.
Nel periodo della cosiddetta New Hollywood, una nuova generazione di artisti si fa largo prepotentemente nell’industria cinematografica hollywoodiana, approfittando della sua crisi profonda e di uno scollamento sempre più evidente verso il proprio pubblico di riferimento. Tali artisti innovano lo stile e i contenuti del tradizionale film americano, grazie a un approccio rivoluzionario al medium, a un’apertura inedita nei confronti delle influenze provenienti dall’Europa e dall’Asia e alla capacità di cogliere e rielaborare gli spunti e gli stimoli scaturiti dalla realtà sociale e politica di un Paese in profonda trasformazione (le rivolte giovanili e la controcultura, la guerra del Vietnam, la violenza urbana, la disillusione verso l’American Dream). Per la prima (e ultima) volta nella storia di Hollywood il potere decisionale è in maniera sistemica non più nelle mani dei produttori bensì direttamente in quelle dei registi, dotati così nel bene e nel male di inedita libertà espressiva e realizzativa. Proprio questa generazione, nonostante alcuni incidenti di percorso e una traiettoria a volte piuttosto accidentata, riesce a riportare l’industria hollywoodiana di nuovo ai vertici del box office globale e, a partire dagli anni Ottanta, la trasforma nel colosso che ancora oggi domina l’immaginario planetario.
Anche il cinema americano degli anni Ottanta può essere legittimamente analizzato come affascinante e sorprendente laboratorio di tendenze, stili, poetiche, innovazioni tecnologiche, nuovi paradigmi culturali e altrettanto inediti approcci produttivi che lo collegano direttamente all’attuale panorama audiovisivo. È in quel decennio, infatti, che si verificano fenomeni di decisiva importanza come la rinascita degli Studios hollywoodiani e il ritorno al potere dei produttori, la rapidissima evoluzione degli effetti speciali digitali, un altrettanto veloce progresso delle tecnologie di riproduzione audio-video, la ridefinizione del concetto produttivo di blockbuster e la nascita della maggior parte dei grandi franchise globali contemporanei, l’intreccio sempre più forte col marketing e col merchandising, la serializzazione esplicita delle narrazioni per il grande schermo attraverso saghe destinate a protrarsi negli anni, un mix sempre più ardito tra differenti generi narrativi, la centralità di temi-chiave come quello del corpo e delle sue mutazioni oppure come il ritorno a un passato idilliaco e innocente, il ricorso a pratiche cinefile tipiche del postmodernismo come la citazione e l’omaggio, il superamento (anch’esso postmoderno) degli steccati tra “alto” e “basso”. Ampliando lo sguardo oltre lo specifico del cinema e degli audiovisivi, inoltre, è proprio negli Stati Uniti del decennio Ottanta che vanno rintracciate, nel bene e nel male, le radici del presente: basti pensare semplicemente alle conseguenze enormi della presidenza di Ronald Reagan (dal 1981 al 1989) sull’America e sul mondo, tra Reaganomics e rinnovata egemonia globale. E, come già durante gli anni Settanta, anche nel decennio Ottanta il cinema americano, in modi spesso inattesi, si fa termometro sensibile del clima sociale, politico e psicologico del Paese: un sismografo dell’immaginario capace di indagare, per esempio, nel cuore di tenebra di un’epoca soltanto in apparenza solare e “compiuta”, ma in realtà attraversata da nevrosi, incubi e orrori che conducono direttamente ai giorni nostri.
Da studiare per l’esame:
1) Matteo Inzaghi, Mai più così belli. Il cinema della “New Hollywood” tra storia, arte e psicologia, Mimesis, 2020;
2) Pier Maria Bocchi, Invasion USA. Idee e ideologie del cinema americano anni ’80, Bietti, nuova edizione 2024;
3) Materiali didattici integrativi a cura del docente;
4) Materiali audiovisivi proiettati durante le lezioni (l'elenco dei film da studiare per l'esame sarà comunicato dal docente durante il corso).

Metodi e tecniche delle produzioni seriali (primo semestre)
Il corso intende fornire gli strumenti di analisi e decodifica dell’evoluzione storica, della teoria e dei linguaggi della serialità, da intendersi come forma dell’audiovisivo dominante nel panorama contemporaneo, caratterizzato già da qualche anno da profondi mutamenti nei rapporti di forza tra cinema e televisione e dai confini tra i due media sempre meno distinguibili dal punto di vista artistico, linguistico, industriale e della produzione di senso e di immaginari condivisi a livello globale.
Durante le lezioni, saranno approfondite le origini, l’evoluzione, le attuali tendenze e le prospettive future della serialità televisiva, con riferimento a forme narrative, trasformazioni tecnologiche e architetture visive tradizionali e di nuova generazione: dalla “golden age” della televisione americana d’inizio anni Cinquanta (con la transizione dalla “live television” newyorkese alle prime serie registrate a Hollywood) lungo i decenni del consolidamento di un format (la serie tv) destinato a caratterizzare i palinsesti di tutto il mondo, fino alla rivoluzione della “quality television” che, a cavallo tra Secondo e Terzo millennio, ha rinnovato forme e linguaggi grazie a un approccio più maturo dal punto di vista artistico e produttivo, sostituendo il cinema (a sua volta sempre più seriale) al centro dello scenario industriale e culturale dell’audiovisivo. Il superamento delle tradizionali forme di produzione e di fruizione, il transmedia storytelling e la convergenza mediale, l’influenza determinante delle tecnologie digitali e le nuove modalità di distribuzione tramite le piattaforme di streaming video stanno producendo un ulteriore salto di paradigma, che costituisce il punto d’approdo del presente corso assieme a una riflessione sulla cosiddetta serial fatigue, che in anni recenti viene sempre più spesso denunciata dagli appassionati di serialità ed è sempre più presente al centro del dibattito teorico.
Particolare attenzione sarà dedicata ai rapporti tra fumetto industriale seriale e media audiovisivi, con analisi del caso di studio del Marvel Cinematic Universe, inteso come il più vasto e coraggioso esperimento narrativo seriale dell’intera storia del cinema mainstream: un enorme affresco, più ampio persino di Star Wars, basato sulle avventure dei supereroi della casa editrice americana Marvel Comics e capace di generare – tra cinema, televisione, web, marketing – un rinnovamento della pop culture contemporanea e degli immaginari globali, anche se nell'attuale fase di stanca sta rischiando di trasformarsi nell'emblema di quel fenomeno che gli studiosi definiscono franchise fatigue.
Da studiare per l'esame:
1) Gianluigi Rossini, Le serie tv, Il Mulino, Bologna, 2016;
2) Diego Del Pozzo, Marvel Cinematic Universe. Dal fumetto agli audiovisivi digitali: i film di supereroi tra convergenza mediale e nuova serialità, Edizioni CentoAutori, 2021;
3) Materiali didattici integrativi a cura del docente;
4) Materiali audiovisivi proiettati durante le lezioni (l'elenco dei materiali audiovisivi da studiare per l'esame sarà comunicato dal docente durante il corso).

Storia della televisione e dello spettacolo televisivo (primo semestre)
Il corso analizza l’evoluzione storica, culturale, linguistica e tecnologica della televisione attraverso i decenni. Così, dai primi esperimenti che ne anticipano la nascita ufficiale si procede con un’analisi approfondita degli sviluppi del broadcasting a partire dal secondo dopoguerra del Novecento, tra Stati Uniti d’America ed Europa, fino ad approdare al panorama contemporaneo caratterizzato dalla convergenza, dal digitale e da un profondo rinnovamento del medium.
Durante le lezioni frontali, arricchite dalla proiezione di materiali audiovisivi integrativi, s’intende dedicare il giusto spazio ai programmi televisivi che hanno fatto la storia, agli autori di riferimento, agli scenari industriali e culturali, ai contesti sociali dei quali spesso la tv è specchio fedele o deformante (a seconda dei casi), proponendosi più e meglio di altri media come sismografo attendibile dei mutamenti dell’immaginario collettivo, delle sue derive e dei suoi lati oscuri.
Oltre che all’analisi di nozioni di carattere generale come, per esempio, quelle di broadcasting, servizio pubblico, palinsesto, on demand e al confronto con altri ambiti come quelli della pubblicità, del cinema, del fumetto e dei media digitali, una particolare attenzione sarà riservata, nel corso delle lezioni, a due direttrici tematiche specifiche: da un lato, alla serialità televisiva, soprattutto statunitense ma anche europea e italiana; dall’altro, alla Rai nel settantesimo anniversario dell’avvio ufficiale delle trasmissioni tv in Italia, avvenuto il 3 gennaio 1954.
Da studiare per l'esame:
1) Giorgio Grignaffini, I generi televisivi (nuova edizione), Carocci, 2021;
2) Gianluigi Rossini, Le serie tv, Il Mulino, 2016;
3) Materiali didattici integrativi a cura del docente;
4) Materiali audiovisivi proiettati durante le lezioni (l'elenco dei materiali audiovisivi da studiare per l'esame sarà comunicato dal docente durante il corso).

Comunicazione pubblicitaria (secondo semestre)
Il corso si propone di analizzare i linguaggi della comunicazione pubblicitaria, collegandola al sistema dei media contemporanei. In particolare, per fornire agli studenti le necessarie conoscenze e competenze, si intende procedere lungo un percorso che dia spazio ai principi generali e alle tecniche impiegati nel campo dell’informazione giornalistica, alle forme di comunicazione creativa comunemente adottate dalla pubblicità, ai metodi e agli strumenti finalizzati all’ideazione e all’elaborazione di testi e narrazioni transmediali, alle modalità dell’organizzazione del lavoro editoriale finalizzato alla produzione di pubblicazioni (cartacee e digitali) e all’organizzazione di eventi di comunicazione e culturali.
Più nel dettaglio, durante le lezioni frontali e gli incontri laboratoriali, arricchiti dalla fruizione di materiali audiovisivi tematici e caratterizzati da esercitazioni pratiche, il corso intende delineare le caratteristiche storiche, culturali e linguistiche della comunicazione pubblicitaria, attraverso una panoramica lungo le sue principali linee evolutive nel corso dei decenni, con particolare attenzione alle sue applicazioni nel marketing culturale, ma anche alle relazioni e alle reciproche influenze con altri media e forme d’arte e d’espressione come, per esempio, la fotografia, il cinema, la televisione, i videogames, il web e il digitale. D’altronde, quella che il teorico americano Henry Jenkins definisce “cultura convergente” ha proprio nella comunicazione pubblicitaria una tra le sue forme espressive più importanti, grazie alla naturale capacità del linguaggio pubblicitario di produrre narrazioni transmediali e, appunto, convergenti.
Come già avvenuto durante i precedenti anni accademici, sulla base dei riscontri positivi da parte degli studenti in termini di partecipazione e di acquisizione di conoscenze e competenze, anche questo corso propone una parte generale e una monografica. La prima è dedicata all’ambito specifico della comunicazione pubblicitaria, a partire dall’analisi dei meccanismi tipici della comunicazione persuasiva, dei modi nei quali essi vengono utilizzati per dare efficacia a un messaggio pubblicitario e delle differenze esistenti tra le varie forme di comunicazione persuasiva, come per esempio pubblicità e propaganda; procedendo lungo gli snodi principali della storia della comunicazione pubblicitaria, anche attraverso l’analisi di esperienze comunicative originali come l’italiano Carosello e l’opera di autori fondamentali e a modo loro rivoluzionari come, tra gli altri, l’americano Bill Bernbach, l’italiano Armando Testa e il francese Jacques Séguéla; fino alle varie fasi della progettazione di una campagna pubblicitaria (sia su supporto cartaceo che audio-video), alla conoscenza del mercato italiano e globale della pubblicità e a quella dei vari mestieri tipici della pubblicità e dei differenti ruoli e reparti presenti all’interno di un’agenzia pubblicitaria.
La seconda parte del corso, quella monografica, è dedicata invece ai rapporti della pubblicità con i media audiovisivi, in particolar modo col cinema, analizzati sia attraverso la visione e lo studio degli spot d’autore e degli advermovies realizzati, negli anni, dai più importanti cineasti mondiali (e, oggi più che mai, la pubblicità punta con decisione sul valore delle storie e della narrazione “d’autore”, in modo da provare a re-immaginare con ancora più efficacia comunicativa una realtà fatta a misura di consumatore), sia approfondendo il modo nel quale, per tutta la seconda metà del Novecento, i linguaggi tipici delle narrazioni pubblicitarie hanno contribuito in maniera decisiva a codificare i caratteri tipici dello storytelling della pop culture e della società di massa, modificando irrimediabilmente il modo stesso di concepire un film, una serie tv ma anche un’opera d’arte contemporanea, sia dal punto di vista degli autori che da quello dei fruitori. Dagli anni Ottanta in poi, in particolare, la cosiddetta “estetica del videoclip” e quella della pubblicità, assieme alla fragorosa esplosione delle tecnologie digitali prima e dei social network poi, hanno ribadito ulteriormente la centralità della comunicazione pubblicitaria nello scacchiere dei media al tempo della globalizzazione.
Durante il corso, gli aspetti teorici vengono costantemente intrecciati con quelli pratici e progettuali, in modo da fornire agli studenti i necessari strumenti culturali e linguistici da mettere in campo, poi, durante la concreta realizzazione della campagna di comunicazione integrata di un film inesistente da preparare per la parte pratica dell’esame. Maggiori dettagli sulla prova pratica per l'esame vengono forniti dal docente durante il corso.
Da studiare per l’esame:
1) Giuseppe Mazza, Cinema e pubblicità. La relazione sorprendente, Editrice Bibliografica, 2019;
2) Materiali didattici integrativi a cura del docente;
3) Materiali audiovisivi proiettati durante le lezioni.

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