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Lorena Grigoletto

 

 

Programma del corso di Semiotica dell’arte 2023/2024 - Triennio di Fotografia (II semestre)

Titolo del corso: Tempo, frame, bestiari: dall’immaginario medievale all’immagine-finzione fotografica

«L’immagine svolge (…) un compito cruciale, estetico ed etico, come agente rivelatore di mondi possibili. Ma non un’immagine qualunque, solo l’immagine-finzione, l’immagine antitetica alla referenzialità barthesiana.(…) L’immagine-finzione, in definitiva, favorisce il pensiero e la creazione di un mondo attuale, più plurale e meno circoscritto a un’interpretazione empirica limitata». (J. Fontcuberta, 2023).

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Il corso, che sarà suddiviso in due parti e coniuga lezioni teoriche e attività seminariali, vuole riflettere sugli elementi della semiotica e della semiotica dell’arte, ovvero sulla distinzione tra spazio della rappresentazione e della presentazione, sul rapporto testo-immagine, sui dispositivi della macchina rappresentativa, e sulla relazione tra spazio espositivo e discorso semiotico.

Parte del corso si focalizzerà sui concetti base della disciplina e alle sue diverse prospettive, con particolare attenzione a questioni come la distinzione tra segno e simbolo e alle dinamiche relative al rapporto tra opera d’arte e fruitore, sviluppando un discorso ancorato in particolar modo all’ambito della fotografia. In particolare, ci si soffermerà sulla rappresentazione del tempo e del movimento in pittura e in fotografia, sulle forme e i ruoli del “frame” nell’ambito del rapporto tra scritto e immagine, e sulla narrazione.

A un inquadramento storico della disciplina e allo studio dei suoi modelli, sarà affiancato un percorso tematico attraverso il quale sarà possibile riflettere sullo statuto della fotografia nel suo rapporto con l’immaginario. A tal fine, ci si concentrerà su un tema cardinale dell’illustrazione miniata, i bestiari e il simbolismo zoologico, per approdare al lavoro fotografico di Fontcuberta, Fauna, e alla messa in discussione ironica della nozione di documento in fotografia.

L’accertamento delle conoscenze avverrà tramite attività seminariali e attraverso un elaborato scritto.

  

Bibliografia:

Testi obbligatori:

D. Mangano, Che cos’è la semiotica della fotografia, Carocci, 2019 (capitoli selezionati durante il corso)

P. Polidoro, Cos’è la semiotica visiva, Carocci, 2020.

J. Fontcuberta, P. Formiguera, Fauna, Mimesis, 2023.

Ulteriore materiale sarà distribuito e discusso durante il corso.

 

 

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Programma del corso di Semiotica dell'arte 2023/2024 - Biennio (II semestre)

Titolo: Le u-topie dello spettatore: cornici, bordi, sguardi.

“Nel quadro la cornice è ciò che definisce l’identità della finzione. Dare a un quadro, oltre alla sua vera cornice, anche una cornice dipinta, significa elevare la finzione alla seconda potenza. Il quadro con cornice dipinta […] è l’immagine di un quadro. Proprio come avviene nel caso della rappresentazione delle inquadrature ‘vere’ […] anche la rappresentazione della cornice pittorica trasforma in pittura un frammento di contesto” (Stoichita, 1998).

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Il corso, che sarà suddiviso in due parti e coniuga lezioni teoriche e attività seminariali, vuole riflettere sugli elementi della semiotica e della semiotica dell’arte, ovvero sulla distinzione tra spazio della rappresentazione e della presentazione, sul rapporto testo-immagine, sui dispositivi della macchina rappresentativa, e sulla relazione tra spazio museale e discorso semiotico.

La prima parte del corso si focalizzerà sui concetti base della disciplina con particolare attenzione a questioni come la distinzione tra segno e simbolo, e il rapporto tra opera d’arte e fruitore, sviluppando un discorso ancorato in particolar modo all’ambito della pittura e volto a sondare l’articolazione dialettica tra visibile e invisibile.

In questa prospettiva, la seconda parte del corso sarà incentrata sulla rappresentazione pittorica del tempo e dello sguardo, declinato nelle sue differenti tipologie, e sulla collocazione dello spettatore di fronte al quadro. Un’attenzione particolare sarà rivolta alla questione del “non-sguardo”, dei bordi, delle cornici e delle sue figure. A partire dalle “proprietà topologiche” del campo e da “La squadratura” come figura dell’atto di fondazione del sistema di sguardo, il percorso attraverserà vari luoghi della pittura per approdare, infine, all’ambito dell’Informale ed esplorare quella che Marin descrive come “posizione u-topica dello spettatore”.

L’accertamento delle conoscenze avverrà tramite attività seminariali e attraverso un elaborato scritto.

 

Bibliografia:

Testi obbligatori:

- R. Eugeni, Analisi semiotica dell’immagine, UNICATT, (Capitoli selezionati durante il corso).

- L. Corrain (a cura di), Semiotiche della pittura, Meltemi, 2005 (e altri saggi selezionati durante il corso).

- L. Marin, Della rappresentazione, a cura di L. Corrain, Mimesis, 2014 (Parte terza).

 

Ulteriore materiale bibliografico sarà indicato e fornito durante il corso delle lezioni.

 

 

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“I’ vo come colui ch’è fuor di vita / che pare, a chi lo SGUARDA, ch’omo / sia fatto di rame o di pietra o di legno / che si conduca solo per maestria”

(Cavalcanti, sull'esperienza poetica)

 

Lorena Grigoletto si laurea cum laude in Scienze filosofiche all’Università degli Studi di Milano e consegue il titolo di Dottore di ricerca in Filosofia presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II in cotutela con l’Università di Siviglia. Ha maturato esperienze di studio e di collaborazione con diverse università e centri di ricerca stranieri, tra cui l’Université Jean Moulin Lyon 3 e la Universidad Nacional Autónoma de México. È autrice di numerosi saggi e articoli dedicati principalmente al legame tra etica ed estetica, filosofia e arti, e tra paradigma conoscitivo estetico e paradigma scientifico. Collabora con numerose riviste specializzate italiane e straniere ed è Visiting Professor presso l’Università di Siviglia. La sua formazione professionale si sviluppa lungo due direttrici privilegiando, oltre all’ambito umanistico teorico, quello artistico, settore in cui ha maturato una considerevole esperienza, in particolar modo nel campo della musica, del teatro (Accademia d’arte drammatica Paolo Grassi) e della scrittura creativa. Ha pubblicato una raccolta di racconti e nutre una forte passione per la tradizione fiabistica nei suoi risvolti filosofici e terapeutici. In questa direzione, da qualche tempo ha avviato, in collaborazione con la rivista “RTH - Education & Philosophy”, il progetto di transcodificazione tra filosofia e fiaba Märchenphilosophie Transcode Project. Di recente pubblicazione è il libro, edito da Mimesis (2023), Lógoi. Sul sentiero “orfico-pitagorico di María Zambrano. Dal 2019 è docente a contratto di Semiotica dell’arte e Fenomenologia dell'immagine presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli e dal 2022 è Direttrice di un programma di ricerca presso il Collège International de Philosophie di Parigi. 

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Programma del corso di Semiotica dell’arte 2022/2023 - Triennio di Fotografia (II semestre)

Titolo del corso: Tempo, Narrazioni, Trasduzioni 

Il corso, che sarà suddiviso in due parti e coniuga lezioni teoriche e attività seminariali, vuole riflettere sugli elementi della semiotica e della semiotica dell’arte, ovvero sulla distinzione tra spazio della rappresentazione e della presentazione, sul rapporto testo-immagine, sui dispositivi della macchina rappresentativa, e sulla relazione tra spazio espositivo e discorso semiotico.

La prima parte del corso si focalizzerà sui concetti base della disciplina e alle sue diverse prospettive, con particolare attenzione a questioni come la distinzione tra segno e simbolo, la differenza tra semiotica ed ermeneutica, e il rapporto tra opera d’arte e fruitore, sviluppando un discorso ancorato in particolar modo all’ambito della fotografia.

La seconda parte del corso sarà incentrata 1) sulla rappresentazione del tempo e del movimento in pittura e in fotografia, attraverso una riflessione sul tema della riproducibilità delle immagini e della moltiplicazione della cornice 2) sull’analisi dei dispositivi del montaggio e sulle nozioni di riconfigurazione e di détournement. In tal senso, si farà riferimento a lavori di artisti e pensatori, al celebre Bilderatlas Mnemosyne di Warburg e all’idea di “geografia emozionale” 3) sulla nozione di traduzione intersemiotica.

Infine, saranno oggetto di studio la retorica applicata alla comunicazione nelle mostre e nei musei, ovvero le dinamiche enunciative e discorsive implicate nelle esposizioni intese in quanto testi, nonché la relazione tra spazio museale e spazio immaginario, con particolare riferimento alla nozione di “grande spazio” e di “museo immaginario”.    

 

Bibliografia:

Testi obbligatori:

D. Mangano, Che cos’è la semiotica della fotografia, Roma, Carocci, 2019 (capitoli selezionati durante il corso)

O. Calabrese, Come si legge un’opera d’arte, Milano, Mondadori, 2006.

Letture consigliate:

P. Zaccaria, Transcodificazioni; R. Odin, Il movimento e la visione. Un approccio semiopragmatico; A. Machado, Anamorfosi cronotopiche, o la quarta dimensione dell’immagine (materiale selezionato e condiviso durante il corso)

R. Pierantoni, Forma fluens. Il movimento e la sua rappresentazione nella scienza, nell’arte e nella tecnica, Torino, Bollati Boringhieri (pp. 11-32; 124-158; 527-564). 

 

Sitogafia principale:

EC - Rivista dell'Associazione Italiana Studi Semiotici (ec-aiss.it)

engramma - atlante di Aby Warburg

 

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Programma del corso di Semiotica dell'arte 2022/2023 - Biennio (II semestre)

Titolo: “Sguardare”: le u-topie dello spettatore tra limiti, sguardo e non-sguardo 

Il corso, che sarà suddiviso in due parti e coniuga lezioni teoriche e attività seminariali, vuole riflettere sugli elementi della semiotica e della semiotica dell’arte, ovvero sulla distinzione tra spazio della rappresentazione e della presentazione, sul rapporto testo-immagine, sui dispositivi della macchina rappresentativa, e sulla relazione tra spazio museale e discorso semiotico.

La prima parte del corso si focalizzerà sui concetti base della disciplina con particolare attenzione a questioni come la distinzione tra segno e simbolo, e il rapporto tra opera d’arte e fruitore, sviluppando un discorso ancorato in particolar modo all’ambito della pittura e volto a sondare l’articolazione dialettica tra visibile e invisibile.

In questa prospettiva, la seconda parte del corso sarà incentrata sulla rappresentazione pittorica del tempo e dello sguardo al fine di sondarne i limiti in termini di “irrappresentabilità”. Un’attenzione particolare sarà rivolta alla questione del “non-sguardo” a partire dalle esposizioni del Louvre del 1991 e 1998 curate da Jacques Derrida e Julia Kristeva, per una esplorazione del tema della cecità, del viso e dell’iconografia della decollazione. Attraverso questa lente, saranno oggetto di approfondimento questioni semiotiche quali: descrizione e narrazione; movimento e infinitesimalità, il punctum caecum della visione, la rappresentazione del “punto di morte” e dell’orizzonte infinito, il riflesso come sguardo cieco, cornici e limiti. Si affronteranno i temi dello sguardo, declinato nelle sue differenti tipologie, e della collocazione dello spettatore di fronte al quadro. A partire dalle “proprietà topologiche” del campo e da “La squadratura” come rappresentazione dell’atto di fondazione del sistema di sguardo, il percorso attraverserà vari luoghi della pittura per approdare, infine, all’ambito dell’Informale ed esplorare quella che Marin descrive come “posizione u-topica dello spettatore”.

Ma l’u-topia risiede anche nel desiderio di tradurre contenuti “senza resto” da un sistema di segni a un altro. In tal senso, saranno esplorate le questioni e le problematiche della “traduzione intersemiotica”.

 

Bibliografia:

Testi obbligatori:

-O. Calabrese, Come si legge un’opera d’arte, Milano, Mondadori, 2006.

-L. Corrain (a cura di), Semiotiche della pittura, Roma, Meltemi, 2005 (saggi selezionati durante il corso).

-L. Marin, Della rappresentazione, a cura di L. Corrain, Milano-Udine, Mimesis, 2014 (Parte terza).

Ulteriore materiale bibliografico sarà indicato e fornito durante il corso delle lezioni.

 

Letture consigliate:

-M. Schapiro, Alcuni problemi di semiotica delle arti figurative: campo e veicolo nei segni-immagine, in Id., Per una semiotica del linguaggio visivo, Roma, Meltemi, 2002.

-J. Derrida, Memorie di un cieco. L’autoritratto e altre rovine, a cura di F. Ferrari, trad. it. di A. Cariolato e F. Ferrari, Milano, Abscondita, 2015.

-J. Kristeva, La testa senza il corpo. Il viso e l’invisibile nell’immaginario dell’Occidente, trad. it. di A. Piovanelli, Roma, Donzelli, 2009.  

 

Sitogafia principale:

EC - Rivista dell'Associazione Italiana Studi Semiotici (ec-aiss.it)

 

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Programma del corso di Fenomenologia dell'immagine 2022/2023 -Triennio di Decorazione  (II semestre)
Titolo: Corpi, immagini, spazi

Programma: Il corso intende sondare il ruolo centrale che le immagini rivestono nella contemporaneità. Partendo dall’analisi dei concetti di fenomeno e immagine, si procederà con la delimitazione del campo di studi della fenomenologia dell’immagine e del suo oggetto di indagine in dialogo con approcci differenti quali quello storico-artistico, iconologico e della cosiddetta “cultura visuale”.

Il corso, che sarà suddiviso in due parti e coniuga lezioni teoriche e attività seminariali, si propone in primo luogo di offrire una panoramica essenziale sulle principali descrizioni e concezioni dell’immagine elaborate dal pensiero occidentale al fine di analizzare gli elementi percettivi e formali dell’immagine e sondarne i criteri storico-critici in ambito artistico. In questa prospettiva, nella prima parte del corso si rifletterà sul nesso profondo, nonché sulla significativa distinzione, tra i lemmi “rappresentare”, “creare”, “imitare”, “simulare”, “illudere” – che, fondamentali nell’ambito del problema della verità nell’arte a partire dalla Grecia antica, definiscono i termini di un dibattito imprescindibile nel panorama della contemporaneità – e sul nesso tra “corpo” e “immagine”.

La seconda parte del corso sarà dedicata a un’analisi del rapporto tra le immagini e lo spazio (spazio che esse rappresentano, che simulano, che creano e in cui si situano), nell’ambito di un approfondimento circa il rapporto tra paradigma ottico e paradigma aptico e tra image e picture. In tal senso, saranno oggetto di riflessione la nozione di medium, quella di apparate e di dispositivo, al fine di analizzare il supporto e la materialità delle immagini, il loro confine o cornice, la loro migrazione e “rilocazione”, e, in ultimo, lo statuto delle immagini “senza corpo”. Particolare attenzione verrà inoltre rivolta alle nozioni di osservatore e spettatore, al fine di approdare a una riflessione sul rapporto tra emozione e narrazione capace di analizzare “cosa vogliono le immagini”, sulla relazione tra spazio e «regimi di visibilità» (Foucault) e, pertanto, sul potere delle immagini sui corpi. Il corso rifletterà concretamente su alcune esposizioni, sarà supportato dalla fruizione di video, filmati, fotografie, riviste cartacee e on-line, documenti di storia dell’arte.

 

Bibliografia:

Testi obbligatori:

A. Pinotti, A. Somaini, Teorie dell’immagine. Il dibattito contemporaneo, Raffaello Cortina, Milano, 2014 (capitoli selezionati durante il corso).

W. Benjamin, L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica. Arte e società di massa,Torino, Einaudi, 2000.

Ulteriore materiale bibliografico sarà selezionato e condiviso durante il corso

 

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