“Perché la terracotta “spacca” in cottura e le idee che la muovono, mai?”
di Giuseppe Pirozzi e Andrea Salvatori
Seminario sui processi estetici e di lavorazione dei materiali argillosi
30 Aprile 2019 – Workshop
CF. 1 credito Responsabile Prof.ssa Rosaria Iazzetta
coordinatori Francesca Arduino e Luca Mannara
Ci troviamo ad operare sempre più a stretto contatto con forme e stilemi contemporanei che evocano e rimpiazzano un fare classico, con approcci sempre più tecnici e avanguardistici trasformando la classicità tipica del materiale argilloso, fino a traslarla, ad estenderla e o ad integrarla. Così facendo, la terracotta diventa un nuovo processo di lavorazione, che spinge la materia ad evolversi nei contenuti e nelle forme, fino a raggiungere nuovi sguardi e indirizzarsi a percorsi nuovi, sfidando la chimica che la costituisce e la fisica che la genera.
Andrea Salvatori 1975 –Faenza - Dal 1997 ha partecipato a numerose esposizioni sia personali sia collettive; nel 2007 è secondo classificato alla 55° edizione del Premio Faenza e nel successiva edizione vince il Primo Premio. Nel 2010 è secondo classificato al Sidney Myer Fund Australian Ceramic Award International (Shepparton Art Museum di Sidney). Tra le mostre personali si segnalano Five Solo Exhibitions, Venezia 2009; Magnitudo, Lissone 2013; Allievo e Maestri, Bologna 2015; Gli specchi dovrebbero pensare più a lungo prima di riflettere, Bologna 2016. Biennale de la Ceramique d'Ardenne, a cura di Ana-Belen Montero, Centre Culturel Andenne, in Belgio del 2018, Divaziani a cura Gian Enzo Sperone, Chasa dal Guvernatur, Sent Svizzera, Kramos: qui e adesso a cura di Tatjana Sirk, Galleria Civica Pirano, Slovenuja, dello stesso anno, Costante Colore, Galleria ThePoolNYC Gallery, Milano 2017, Five solo Exhibition Venezia 2009. www.salvatoriandrea.it
Giuseppe Pirozzi 1934 –Napoli - Partecipa alla Quadriennale di Roma (1960, 1965), al Concorso Internazionale del Bronzetto a Padova (1963, 1965, 1967, 1971, 1973), al Premio Spoleto (1961, 1963), alla Biennale del Fiorino a Firenze (1965, 1969, 1971), a “Naples and its region” a Boston (1972, 1974), a “Napoli 50-59” al Palazzo dei Diamanti di Ferrara (2000), a “Made in borgo” a Tokyo e a New York (2004), a “You can’t go home again” al Museu da Marioneta di Lisbona (2008). Dal 1964 tiene personali alla Sala del Fiorino a Firenze (1964), alla Galleria Il Girasole a Roma (1967), alla Galleria le Ore di Milano (1971, 1973), all’Art Line Gallery di Los Angeles (1975), all’Istituto Italiano di Cultura a Bruxelles (1980), alla Galleria La Bussola di Torino (1981), alla Galleria Agorà a Marsiglia (1990), a Villa Rufolo a Ravello (1999), alla galleria Spazio Linati di Milano (2000), al FineArtStudio a Bruxelles (2005).Ottiene il Premio Olivetti (1959) e il primo premio alla Biennale del Fiorino a Firenze (1969). È membro dell’Accademia Nazionale di San Luca dal 2000. www.giuseppepirozzi.it
