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Antonio Manzoni

 

ABAV7 - LABORATORIO DI SCULTURA PER LA DIDATTICA

La premessa di questo corso è costituita da tre quesiti di base:

  • Esiste una prassi consolidata per l’insegnamento dell’arte nelle istituzioni scolastiche e culturali?
  • Cosa si intende per SCULTURA PER LA DIDATTICA?
  • A cosa serve educare alla conoscenza dell’arte?

Partendo da queste domande il corso intende offrire allo studente gli strumenti utili a costruire percorsi educativi-artistici innovativi che facciano dell’arte un volano atto a produrre una nuova relazione tra pubblici e forme artistiche, attraverso nuove forme di comunicazione ed educazione.

Visto che la relazione forte della pedagogia con le didattiche dei linguaggi artistici avviene nell’esperienza concreta, in maniera primaria nei mondi della scuola e del museo, è da lì che bisogna partire per creare possibili progettazioni educative e didattiche.

Si analizzerà la relazione tra i concetti di creatività ed innovazione, applicati al tema di arte ed educazione. Ciò nell’intento di chiarirne l’articolazione e così da avviare approfondimenti in funzione dei progetti educativi possibili attraverso l’arte.

OBIETTIVI GENERALI

Il corso non si prefigge il compito di insegnare l’arte, bensì quello di concepire l’insegnamento come un training attraverso il quale lo studente non dovrà copiare formule artistiche, presenti o passate, ma deve sviluppare propri metodi e giudizi a partire dall’esperienza diretta.

Imparerà a pensare in situazione.

L’obiettivo che persegue è quello di far imparare attraverso l’esercitazione pratica, sollecitando gli studenti a compiere un percorso formativo incentrato sulla sperimentazione dei materiali e lo sviluppo della capacità visiva. Ciò che conta è il fare, non dare nulla per scontato, ogni cosa deve essere cercata, scoperta, analizzata e rappresentata dal singolo individuo affinché potesse farla propria.

ARTICOLAZIONE

Il corso si configurerà come strumento di sperimentazione didattica e sarà esso stesso soggetto ed oggetto di studio, pratiche e riflessioni.

La prima parte sarà incentrata sulle modalità di costruzione dell’innovazione: si approfondiranno le metodologie di sviluppo del pensiero creativo, ovvero di quel pensiero che “va a costruire ciò che non esiste”, che “va a dare risposte a nuove domande”. Sarà oggetto di analisi il concetto di “Scultura”.

Il percorso parte da sperimentazioni condotte da Josep Albers prima alla Bauhaus poi al Black Mountain College e in seguito alla Yale University; da Bruno Munari ed infine dal sottoscritto in vari workshop.

Pertanto per comprendere il concetto di scultura, si partirà da un materiale non convenzionale: la carta.

 

Carta e cartone, due presenze inconsuete nell’universo scultoreo tradizionale, sono diventati nella contemporaneità medium d’elezione per numerosi artisti impegnati al rinnovamento del linguaggio plastico. Nell’uso scultoreo-installativo di questi leggeri e sottili materiali, dalle molteplici possibilità derivanti dalla duttile maneggevolezza e docile configurabilità volumetrico-spaziale, si legge la volontà di riappropriarsi in maniera creativa, sperimentale, di elementi d’uso quotidiano, tanto semplici quanto familiari, modificandone e rimettendone in gioco assetti fisici, funzioni e valori.

La scena italiana si rivela particolarmente ricca di significativi percorsi di ricerca, in cui la carta e i suoi derivati conferiscono inedite e leggere plasticità a idee, visioni, azioni dell’arte.

Piegare, tagliare e ritagliare, modellare, arrotolare e srotolare, sovrapporre, stratificare, accartoccia-re… sono soltanto alcuni modi trasformativi della carta e del cartone di cui si sono avvalsi gli artisti contemporanei per dare forma scultoreo-installativa a materiali duttili e leggeri, fragili ed effimeri, comuni e a “buon mercato” ma, al contempo ricchi di potenzialità espressive.

Si tratta di materiali inconsueti se rapportati al linguaggio plastico tradizionale, le cui origini di impiego per la realizzazione di opere d’arte tridimensionali affondano negli assemblaggi polimaterici cubisti e futuristi, trovando poi una larga e sempre crescente adozione nell’ultimo cinquantennio. In avvio del Novecento, con l’azione rivoluzionaria promossa dalle avanguardie artistiche, ai materiali di tradizione si aggiunge tutta una serie di nuovi medium che progressivamente identificano un repertorio molto variegato di elementi naturali e artificiali, statici o ani-mati, pesanti o leggeri, duraturi o effimeri: carta, cartone, specchi, neon, acqua, terra, ghiaccio, fuoco, elettricità, scarti di tessuti, video, fotografie, vetro, ecc. Tutti questi nuovi medium sono entrati oggi a far parte di un “campo artistico allargato” che caratterizza la scultura contemporanea.

Una categoria, quella della scultura, ritenuta ancora oggi valida da molti artisti e studiosi per definire opere d’arte che privilegiano i volumi e lo spazio fisico, tridimensionale a patto che questa disciplina non venga più intesa nel senso tradizionale, bensì accolga al suo interno un amplificato ventaglio di presenze materiche ed esiti espressivi.

Molteplici le motivazioni che, alla luce di questo processo espansivo della pratica scultoreo-installativa, hanno spinto gli artisti a confrontarsi con carta e cartone. I valori d’uso associati ai materiali a base cellulosica sono riconducibili sia a fattori operativi (come l’economicità, la facile reperibilità e la riciclabilità), sia alle loro specifiche caratteristiche fisiche che li rendono facilmente manipolabili e configurabili anche in ampie dimensioni, sia – infine – ad aspettative di rinnovamento del linguaggio plastico tradizionale, senza sconfinare in una totale “de-materializzazione” dell’oggetto artistico.

Le sculture e le installazioni in carta e cartone, al di là della loro evidente diversità visiva e concettuale, pongono la materia e la sua manipolazione al centro della riflessione formale, sperimentando nuove strade del linguaggio scultoreo – tradizionalmente legato alla solidità, alla durevolezza, al “canone statuario” del bronzo o del marmo – attraverso l’estetizzazione di un elemento appartenente alla sfera del quotidiano, leggero e di natura effimera. Si tratta di opere che sembrano coscientemente indirizzate ad esplorare le inedite possibilità di un fare plastico che opera attraverso «una sottrazione di peso», per citare la celebre “lezione” di Italo Calvino, muovendosi in una dimensione anti-monumentale, senza voler sfidare il tempo bensì accettando il suo trascorrere e l’inevitabile destino perituro delle cose, abbandonando ogni attesa di “lunga durata”.

Esperienze interessanti sono anche le architetture di Shigeru Ban, famoso soprattutto per le sue ricerche nel campo delle tensostrutture, specialmente nella loro realizzazione attraverso materiali economici come il cartone o il bamboo.

Il principio che accompagna il percorso di ricerca della forma nella relazione con lo spazio, in ambito didattico si identifica con la necessità di coltivare l’attitudine creativa degli allievi nel quadro di una disciplina fatta di indagine, di operatività costante, di rispetto di regole consolidate in un preciso contesto, di conoscenza di metodi, codici e tecniche e, allo stesso tempo, accogliendo in progress le idee e le nuove possibilità che emergono dal percorso progettuale.

Carta e cartone, due presenze inconsuete nell’universo scultoreo tradizionale, sono diventati nella contemporaneità medium d’elezione per numerosi artisti impegnati al rinnovamento del linguaggio plastico. Nell’uso scultoreo-installativo di questi leggeri e sottili materiali, dalle molteplici possibilità derivanti dalla duttile maneggevolezza e docile configurabilità volumetrico-spaziale, si legge la volontà di riappropriarsi in maniera creativa, sperimentale, di elementi d’uso quotidiano, tanto semplici quanto familiari, modificandone e rimettendone in gioco assetti fisici, funzioni e valori.

La scena italiana si rivela particolarmente ricca di significativi percorsi di ricerca, in cui la carta e i suoi derivati conferiscono inedite e leggere plasticità a idee, visioni, azioni dell’arte.

Piegare, tagliare e ritagliare, modellare, arrotolare e srotolare, sovrapporre, stratificare, accartoccia-re… sono soltanto alcuni modi trasformativi della carta e del cartone di cui si sono avvalsi gli artisti contemporanei per dare forma scultoreo-installativa a materiali duttili e leggeri, fragili ed effimeri, comuni e a “buon mercato” ma, al contempo ricchi di potenzialità espressive.

Si tratta di materiali inconsueti se rapportati al linguaggio plastico tradizionale, le cui origini di impiego per la realizzazione di opere d’arte tridimensionali affondano negli assemblaggi polimaterici cubisti e futuristi, trovando poi una larga e sempre crescente adozione nell’ultimo cinquantennio. In avvio del Novecento, con l’azione rivoluzionaria promossa dalle avanguardie artistiche, ai materiali di tradizione si aggiunge tutta una serie di nuovi medium che progressivamente identificano un repertorio molto variegato di elementi naturali e artificiali, statici o ani-mati, pesanti o leggeri, duraturi o effimeri: carta, cartone, specchi, neon, acqua, terra, ghiaccio, fuoco, elettricità, scarti di tessuti, video, fotografie, vetro, ecc. Tutti questi nuovi medium sono entrati oggi a far parte di un “campo artistico allargato” che caratterizza la scultura contemporanea.

Una categoria, quella della scultura, ritenuta ancora oggi valida da molti artisti e studiosi per definire opere d’arte che privilegiano i volumi e lo spazio fisico, tridimensionale a patto che questa disciplina non venga più intesa nel senso tradizionale, bensì accolga al suo interno un amplificato ventaglio di presenze materiche ed esiti espressivi.

Molteplici le motivazioni che, alla luce di questo processo espansivo della pratica scultoreo-installativa, hanno spinto gli artisti a confrontarsi con carta e cartone. I valori d’uso associati ai materiali a base cellulosica sono riconducibili sia a fattori operativi (come l’economicità, la facile reperibilità e la riciclabilità), sia alle loro specifiche caratteristiche fisiche che li rendono facilmente manipolabili e configurabili anche in ampie dimensioni, sia – infine – ad aspettative di rinnovamento del linguaggio plastico tradizionale, senza sconfinare in una totale “de-materializzazione” dell’oggetto artistico.

Le sculture e le installazioni in carta e cartone, al di là della loro evidente diversità visiva e concettuale, pongono la materia e la sua manipolazione al centro della riflessione formale, sperimentando nuove strade del linguaggio scultoreo – tradizionalmente legato alla solidità, alla durevolezza, al “canone statuario” del bronzo o del marmo – attraverso l’estetizzazione di un elemento appartenente alla sfera del quotidiano, leggero e di natura effimera. Si tratta di opere che sembrano coscientemente indirizzate ad esplorare le inedite possibilità di un fare plastico che opera attraverso «una sottrazione di peso», per citare la celebre “lezione” di Italo Calvino, muovendosi in una dimensione anti-monumentale, senza voler sfidare il tempo bensì accettando il suo trascorrere e l’inevitabile destino perituro delle cose, abbandonando ogni attesa di “lunga durata”.

Esperienze interessanti sono anche le architetture di Shigeru Ban, famoso soprattutto per le sue ricerche nel campo delle tensostrutture, specialmente nella loro realizzazione attraverso materiali economici come il cartone o il bamboo.

Il principio che accompagna il percorso di ricerca della forma nella relazione con lo spazio, in ambito didattico si identifica con la necessità di coltivare l’attitudine creativa degli allievi nel quadro di una disciplina fatta di indagine, di operatività costante, di rispetto di regole consolidate in un preciso contesto, di conoscenza di metodi, codici e tecniche e, allo stesso tempo, accogliendo in progress le idee e le nuove possibilità che emergono dal percorso progettuale.

STRUTTURA DEL CORSO

Il corso si articolerà in circa 22 lezioni, presumibilmente da sette ore cadauna. Occorrerà un’aula con tavoli per le progettazioni e spazi per la realizzazione delle sculture vere e proprie.

L’impianto degli incontri sarà il seguente:

  • presentazione del materiale e delle sue tipologie;
  • analisi delle varietà di utilizzi che si possono ricavare da semplici fogli;
  • incontri con artisti che utilizzano la carta nella realizzazione delle loro opere;
  • realizzazione di opere, ed analisi delle stesse;
  • analisi di strutture complesse;
  • confronto serrato tra i partecipanti al corso;
  • percorsi sperimentali;
  • strutturazione di percorsi di presentazione del lavoro personale;
  • allestimento mostra finale.

"Fuori dal Bauhaus, ossia nell'industria e nell'artigianato, la carta viene usata per lo più in posizione orizzontale, e piatta, incollata. Un lato della carta perde perciò di solito la sua espressione. L'orlo non viene usato quasi mai. Questo stato di cose ci induce a utilizzare la carta verticalmente, non piana, plasticamente mossa, sui due lati e accentuando la funzione del margine. Invece di incollarla la legheremo, inseriremo un foglio nell’altro. la cuciremo. la fisseremo con bottoni ... Indagheremo le sue proprietà sottoponendola a sollecitazioni di trazione e di pressione. Non sempre questo studio del materiale conduce a "opere", ma anzi a tentativi; non è comunque nostra ambizione quella di riempire musei, ma ci limitiamo a fare "esperienze". Il trattamento dei materiali persegue quindi al Bauhaus intenzioni diverse da quelle che si riscontrano nel mondo esterno. Non imitare gli altri, cercare in modo autonomo le soluzioni e imparare a trovarle in modo autonomo: è questo il pensiero costruttivo"

(J. ALBERS. L'insegnamento creativo, 1928)

Nell’ultima parte del corso gli studenti, in piccoli gruppi, costruiranno dei percorsi sperimentali, dati il contesto ed il tema.

I percorsi sperimentali messi in atto saranno analizzati dopo l’attuazione e verranno strutturati nella logica della ricerca azione. Tale percorso porterà gli studenti a mettere in sinergia la parte innovativa, sperimentale, con una serrata formulazione teorica e con una strutturazione formale dei percorsi.

BIBLIOGRAFIA

Didattica

1   Dallari, Francucci  L’esperienza pedagogica dell’arte  La Nuova Italia   1998

2    AA.VV. a cura di Francucci, Vassalli  Educare all’Arte - volume 1 Electa 2005

Materiali cartacei

Ian Sanson   L'odore della carta TEA 2013

2   Massimo Donà  Filosofia della carta Baldini + Castoldi 2022

TESTI CONSIGLIATI

1    Munari Fantasia Laterza 1977

2    Rodari   Esercizi di Fantasia   Editori Riuniti   1981

3    Ciarcià, Dallari Arte per crescere Artebambini 2016

TESTO PER APPROFONDIMENTO

1    AA.VV.  Perché continuiamo a fare e a insegnare arte? Cappelli 1979

Il volume raccoglie le lezioni sul tema omonimo tenute a Bologna nel 1977 da: U. Eco, G. Vattimo, T. Maldonado, L. Ricci, G. Guglielmi, L. Veronesi, G. Dorfles, R. Barilli, M. Perniola. Estratto liberamente scaricabile da

https://www.academia.edu/4577992/Perche_continuiamo_a_fare_e_insegnare_arte_doc      

Saranno inoltre fornite agli allievi dispense e testi sui temi trattati.

 

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